Napoli, 12 ottobre 2013 – Valter Lavitola torna in carcere. L’ex direttore ed editore dell’Avanti ha violato gli obblighi degli arresti domiciliari ed è stato condotto a Regina Coeli a Roma. Ma secondo quanto il suo difensore, avvocato Gaetano Balice, il giornalista si trovava nel cortile della sua abitazione romana, all’interno del perimetro di tolleranza del braccialetto elettronico il cui allarme infatti non è scattato. Lavitola è stato ripreso da telecamere di sorveglianza installate nel cortile su disposizione della procura della Repubblica di Napoli sin dal giorno della sua scarcerazione. La decisione di riportarlo in carcere è stata presa dalla Corte d’Appello davanti alla quale il prossimo 30 ottobre comincerà il processo di secondo grado per la presunta estorsione a Silvio Berlusconi. La telecamera che aveva ripreso Lavitola nel cortile del suo palazzo è stata distrutta da un’altra persona poco dopo avere filmato il giornalista. Sull’episodio, che risale allo scorso agosto, sono in corso indagini da parte del nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Proprio le fiamme gialle hanno inviato alla procura generale presso la Corte d’appello la relazione in base alla quale è stato disposto il nuovo arresto di Lavitola. A notificare il provvedimento all’ex direttore dell’Avanti! sono stati invece i carabinieri di Roma, cui competeva la vigilanza sul detenuto ai domiciliari. La telecamera era stata fatta installare dalla Procura di Napoli per controllare il rispetto del regime degli arresti domiciliari da parte di Lavitola, dopo la sua scarcerazione
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